Il Piano Transizione 4.0, rivisto dalla Legge di Bilancio per il 2020 in unico credito d’imposta, verrà esteso al 2021 anche attraverso una sua rimodulazione atta a favorirne l’efficacia.
In particolare l’incentivo si compone di tre agevolazioni:
credito d’imposta per investimenti in beni strumentali al fine di supportare e incentivare le imprese che investono in beni strumentali nuovi, materiali e immateriali, funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi destinati a strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato;
credito d’imposta ricerca, sviluppo, innovazione e design al fine di stimolare la spesa privata in Ricerca, Sviluppo e Innovazione tecnologica per sostenere la competitività delle imprese e favorire i processi di transizione digitale e nell’ambito dell’economia circolare e della sostenibilità ambientale. Il credito d’imposta per ricerca fondamentale, industriale e sviluppo sperimentale in campo scientifico e tecnologico passerebbe dal 12% fino a un tetto di 3 milioni di euro al 20% su una spesa massima di 5 milioni di euro. L’aliquota del 6% nel limite massimo di 1,5 milioni di euro per le attività di innovazione tecnologica finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati, che sale al 10% per l’innovazione 4.0, sarebbe portato rispettivamente al 10 e al 15%, raddoppiando in entrambi i casi il tetto di spesa a 3 milioni di euro;
credito d’imposta formazione 4.0, per stimolare gli investimenti delle imprese nella formazione del personale sulle materie aventi ad oggetto le tecnologie rilevanti per la trasformazione tecnologica e digitale delle imprese.
Saranno inoltre rafforzati gli ITS.
È in studio l’introduzione di misure per potenziare il sostegno alla ricerca e alla prima industrializzazione nei campi dei sistemi alternativi di propulsione, delle batterie ed altri componenti per veicoli a bassa emissione ed elettrici.
Commenti